Con il lockdown messo in atto per contrastare la pandemia da coronavirus tantissime piccole e medie imprese hanno dovuto affrontare una delle sfide più complicate e insidiose dell’ultimo decennio. Con i negozi chiusi e le persone a casa l’economia “fisica” si è fermata, e molte attività hanno visto la loro fine. Tutto questo ha messo in risalto quella che prima poteva essere vista come un’opportunità, ma che ora diventa una palese necessità: la digitalizzazione. L’Italia come paese in questo campo sta molto indietro, circa il 36% delle imprese non possiede un sito web. Questo dato è inaccettabile al giorno d’oggi dove si parla tanto di rivoluzione digitale, e dove il mondo ha due dimensioni parallele: quella fisica e quella virtuale online.
Covid, lockdown e digitalizzazione
Italia, prima metà di marzo: Lockdown. Negozi chiusi, strade deserte e una sola frase riecheggia nelle orecchie di tutti noi italiani, #iorestoacasa. Chi ha potuto, si è trasferito in modalità smart working e ha lavorato da casa per rispettare il distanziamento sociale, chi non ha potuto ha messo in pausa la sua attività aspettando di ritornare a poter lavorare in sicurezza. Molte imprese hanno sfruttato il web e i social per cercare di raggiungere i loro clienti fino alle loro case, si sono reinventate per cercare di non sprecare tempo, mentre altre purtroppo non sono state in grado di adattarsi. E’ in questo panorama catastrofico che diventa palese la necessita (e non più solo opportunità) di digitalizzarsi. L’unica attività che non ha subito perdite, anzi è addirittura cresciuta è stata infatti Amazon, il cui interno business si basa sul digitale.
Tuttavia, in questo caso stiamo parlando di un colosso, in Italia quasi l’80% dell’occupazione si può trovare nelle PMI (Piccole e Medie Imprese), che purtroppo non hanno una grande flessibilità, vuoi per mancanza di risorse, vuoi per incapacità gestionali. Ogni giorno istituti nazionali e internazionali rivedono al ribasso le stime sull’andamento economico del nostro paese e i dati ci permettono di avere una chiara idea sulla direzione verso cui stiamo andando: un ribasso di circa il 10% nella crescita economica italiana.
Digitalizzazione: una necessità!
Non a caso le PMI sono state le più colpite dalla crisi generatasi a seguito della pandemia, e ora tutti si chiedono: come ripartire? Ed ecco che la svolta diventa palese: investire nei giovani e nel digitale. Tuttavia è evidente che il contesto economico italiano è molto impreparato e molto arretrato in questo campo. Conviene quasi sempre rivolgersi a una web agency per migliorare la propria presenza digitale.
La commissione europea con l’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (DESI) ha fornito un quadro più specifico sulla situazione delle PMI italiane:
- solo il 7% (contro una media europea del 12%) utilizza i Big Data;
- il 6% effettua vendite internazionali (contro l’8% del’UE)
- e un misero 10% delle PMI italiane ha parte del proprio business basato sulle vendite online ( vs 17% della media europea)
In un contesto economico altamente instabile come quello attuale, l’obiettivo primario deve essere quello di migliorare questi dati. Le aziende, specialmente quelle più sofferenti, hanno bisogno di un nuovo approccio alla gestione del loro business, soprattutto in ambito tecnologico/digitale.
Come rispondere alla crisi?
In primis, bisogna definire cosa si intende con trasformazione digitale, in questo caso si parla di saper definire una strategia di integrazione delle tecnologie digitali in tutti gli aspetti del business di un’impresa, allo scopo di migliorare l’esperienza dei clienti (Customer Experience), dei dipendenti, e di tutti coloro che ripongono interessi nel successo dell’impresa, ma anche per alleggerire ed ottimizzare il sistema di produzione. E’ dunque un nuovo modo di proporre il proprio business, un cambiamento ed evoluzione sia nella mentalità degli imprenditori che nell’organizzazione. In tal senso alcuni cambiamenti possono essere rappresentati da:
- automatizzazione del processo produttivo
- raccogliere, analizzare, e rielaborare a proprio vantaggio i dati raccolti nel mercato e che possono essere utili per migliorare l’output aziendale
- realizzazione di nuovi canali e processi di vendita
- creazione di una sede virtuale dell’impresa
L’ultimo punto è particolarmente importante, è imperativo che le imprese “costruiscano” la loro presenza sul web. Le persone ormai utilizzano internet per ogni cosa, ma la sua funzione più importante è quella dell’informazione. Ogni informazione, che può essere più o meno attendibile, si trova online, ed è li il primo luogo dove un’impresa deve costruire e implementare la propria immagine e reputation. E’ online che le imprese possono creare awareness, farsi conoscere e dare un una prima impressione (che alla fine è quella che rimane maggiormente impressa) ai potenziali clienti. Internet è comodo, veloce e alla portata di tutti, attributi fondamentali per le persone attuali. Le imprese non possono lasciarsi sfuggire quest’ “arma”, che se usata in modo efficace permette di crescere e raggiungere una posizione competitiva nettamente superiore.
Quali sono le tappe da seguire per una digitalizzazione efficace?
Per iniziare un fattore fondamentale è la pianificazione.
- analizzare il contesto settoriale e il mercato
- avere un quadro generale della situazione aziendale
- definire gli obbiettivi aziendali; che devono essere chiari, raggiungibili e misurabili, sia per il breve che per il lungo termine
- mettere in atto la strategia
Con questo contesto risulta quindi fondamentale presenza sui social e la creazione di un sito web ben strutturato. In primo luogo i social permettono di “umanizzare” l’azienda e di far percepire ai clienti una maggiore vicinanza, cosa che permetterà all’impresa di ottenere un’alta reputation. In secondo luogo, il sito web è importante perché rappresenta la “sede virtuale”, il primo luogo dove i clienti entrano in contatto e reperiscono le informazioni.
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