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Politica sui social: la guerra tra Trump e Twitter

Dopo alcune dichiarazioni pungenti del presidente Trump, Twitter è stato costretto ad oscurare i suoi post. Da qui una guerra social tra la politica del presidente USA e la famosa piattaforma social.

 

Negli ultimi anni la tendenza ad utilizzare i social media per fare politica si è diffusa quasi in tutto il mondo. Sono numerosi i leader che prediligono queste piattaforme per la condivisione delle proprie idee. Un utilizzo scorretto di questa nuova forma di libertà può però ledere in maniera indelebile la loro immagine. Dopo l’uccisione di George Floyd, e le manifestazioni del movimento Black Lives Matter, Trump ha twittato delle dichiarazioni forti con riferimenti alla violenza. Per questo motivo, e per altri post inerenti alle elezioni 2020, Twitter ha deciso di oscurare i suoi post, ritenendoli irrispettosi verso le linee guida per gli utenti.

Il fatto che i post siano stati oggetto di censura non significa che non siano più accessibili. Al contrario, resta la possibilità di vederli e commentarli, con la sola differenza che la piattaforma prevede messaggi automatici volti a scoraggiare ulteriori azioni che possano favorire la popolarità di tali dichiarazioni. Stessa cosa avviene con l’algoritmo, che sfavorisce quei post nei risultati delle ricerche.

 

Trump, che è solito pubblicare post taglienti, ha prontamente firmato un ordine esecutivo per limitare il campo di azione dei gestori dei social network sulle parole dei loro utenti. Che esse siano notizie false, dichiarazioni lesive, o meno. Oggetto di questo ordine è la sezione 230 del Communications Decency Act, in cui è specificato che le  piattaforme online non sono legalmente responsabili del comportamento dei loro utenti. Con questa mossa intende fermare la censura, a detta sua antidemocratica. Per diventare effettivo, questo ordine necessita comunque di un’ulteriore approvazione da parte di un organo indipendente dal governo. Tutto ciò dovrebbe servire, secondo Trump, a sostenere la sua campagna elettorale in vista delle prossime elezioni presidenziali, che si terranno questo autunno.

Qual è il rapporto tra social media e politica?

Non a difesa di Trump, quanto più a critica verso Twitter, si è schierato anche Mark Zuckerberg. Giudica inappropriato il ruolo di arbitro che le società private assumono verso ciò che gli utenti dicono online. Ha dichiarato inoltre che la sua Facebook Inc. non si metterà mai in una simile posizione. Allo stesso tempo ha valutato non appropriata anche la reazione del governo statunitense.

 

 

Questo scontro ha portato alla luce varie tematiche ora più che mai attuali. Prima tra tutte l’importanza dei social media nelle campagne politiche. La loro immediatezza e la loro diffusione permette una comunicazione più diretta tra politici ed elettori. Non è infatti raro trovare pagine di personaggi della scena politica sia su Instagram che su Facebook e Twitter. La possibilità di raggiungere in maniera veloce i propri sostenitori, e quella di poterne attirare di nuovi, è il principale motivo di questa popolarità dei social. Da qui nasce il dibattito su quanto di ciò che viene scritto dai loro utenti sia di competenza dalle piattaforme stesse.

Un discorso simile si può fare anche per forte il senso di coinvolgimento in prima persona che si crea nel “pubblico”. La responsabilità riguardo al cosa viene scritto sui social dovrebbe essere legata anche a questo aspetto. Creando vicinanza e partecipazione, frasi forti vengono amplificate da questi sentimenti. In campo politico è importante quindi gestire il potere dei social tenendo conto di tutte queste loro caratteristiche.

 

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