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Settimana lavorativa di quattro giorni: sarà il futuro?

Per innumerevoli aziende in tutto il mondo, COVID-19 ha provocato un disastro economico senza precedenti e ha visto milioni di persone perdere il proprio lavoro. Nonostante ciò, potrebbero esserci dei lati positivi. Una crisi economica è l’occasione ideale per pensare a nuovi modelli di lavoro per rilanciare l’economia e migliorare il benessere generale dei lavoratori. Sarà forse arrivato il momento di abbandonare la settimana lavorativa di cinque giorni?

 

Meno ore, più produttività?

Molto tempo prima che la pandemia sconvolgesse il nostro modo di lavorare, la settimana lavorativa di quattro giorni stava già guadagnando un forte successo nel mondo dei lavoratori.
Quando Microsoft ha provato la settimana lavorativa corta in una sua filiale giapponese l’anno scorso, ha registrato un aumento di produttività dei suoi dipendenti del 40%. Questo esperimento era volto ad esaminare l’equilibrio tra lavoro e vita privata ed il suo effetto sulla produttività e sulla creatività dei lavoratori.

Questo modello lavorativo ha avuto risvolti positivi anche in paesi come la Nuova Zelanda e la Svezia. Perpetual Guardian. Un’azienda neozelandese che ha sperimentato la settimana corta, ha rilevato che il 78% dei dipendenti riuscirebbe a bilanciare più efficacemente il lavoro e la vita domestica. Questo dato è stato confrontato con il 54% prima dell’esperimento. Per quanto riguarda l’azienda in sé, il fatturato e la redditività sono aumentati rispettivamente del 6% e del 12,5%. Ad essere aumentate sono anche le prestazioni lavorative, la creatività del team e la fidelizzazione del personale. Gli uffici non hanno mai chiuso, hanno solo avuto meno persone che vi lavoravano in uno stesso giorno.

 

Settimana lavorativa nel modello neozelandese

Il mondo sta guardando con ammirazione verso la Nuova Zelanda in questo periodo di emergenza. Jacinda Arden, primo ministro neozelandese, ha detto di essere alla ricerca di modi creativi per stimolare il turismo interno e aiutare l’industria a riprendersi. La riduzione dei giorni di lavoro e l’aumento dei giorni di vacanza potrebbero significare un aumento dei consumi nei settori che sono stati particolarmente colpiti dal confinamento. Arden ha perciò invitato le aziende nazionali, ove possibile, ad approcciare questo tipo di modello lavorativo per riprendersi dalla crisi economica dovuta alla pandemia.

Andrew Barnes, businessman e principale sostenitore della settimana lavorativa di quattro giorni in Nuova Zelanda, ha detto che il modello, se implementato, potrebbe servire a correggere gli squilibri di genere. Egli sostiene che una settimana lavorativa di quattro giorni potrebbe normalizzare un modello in cui le persone di tutti i generi dividono il loro tempo in modo più uniforme tra la casa e il posto di lavoro. Rimuovendo una barriera radicata al progresso professionale femminile.

 

Vantaggi e svantaggi di una settimana lavorativa più corta

Il primo vantaggio è sicuramente l’aumento dei livelli di produttività. Il ragionamento che sta alla base di una settimana più breve è che dipendenti più felici e soddisfatti riescano ad essere più concentrati sulla loro mansione quando si trovano effettivamente sul posto di lavoro.
Un ulteriore vantaggio è il fatto di ridurre i costi. In molti casi l’ufficio rimarrebbe chiuso per un giorno in più a settimana, e i costi di gestione subirebbero un notevole calo. Di vitale importanza è, infine, il benessere dei lavoratori. Avere un fine settimana di tre giorni lascia ai dipendenti più tempo libero da spendere con amici e famiglia e per fare le cose che amano. Questo naturalmente porterebbe a un miglioramento del loro benessere e a minori livelli di stress. Ciò si traduce in meno giorni di malattia e maggiore soddisfazione dei clienti.

 

 

Proprio come il lavoro a distanza, la settimana di quattro giorni, anche se ha già acquisito un’ampia diffusione, non sarebbe probabilmente disponibile per tutti i lavoratori in modo uniforme. Ci sono diversi modelli per la settimana ridotta, alcuni dei quali immaginano la stessa produzione condensata in meno ore. Mentre altri semplicemente immaginano ore più lunghe distribuite in meno giorni.
Resta ancora da vedere se il coronavirus abbia effettivamente accelerato il processo verso la settimana di quattro giorni.
Ciò che è certo, è che soprattutto le piccole imprese dovranno mantenere una mentalità aperta. Dovranno assicurarsi di adattarsi ai crescenti cambiamenti tecnologici dal punto di vista aziendale. Mantenendo l’attenzione generale sulla salute e sul benessere dei dipendenti per mantenere la produttività, il morale e l’impegno.

 

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